Trainspotting Frasi
Celebre romanzo, divenuto poi un film di Danny Boyle, Trainspotting rappresenta un capolavoro cinematografico sempre attuale, che narra la vita di un gruppo di giovani sbandati Irlandesi di Edimburgo che, per combattere la monotonia della quotidianità , sceglie la strada della droga.
Citazioni Trainspotting – Le migliori frasi del film

Ed ecco perché abbiamo scelto e rivisto tutti i dialoghi e le conversazioni e selezionato questa raccolta di Trainspotting: citazioni tratte dal film
Choose Life!
Frasi Trainspotting

Scegli la vita!
Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?
(Mark Renton)
C’è di meglio dell’ago Renton, scegli la vita.
(Sick Boy)
E per un momento fu davvero grandioso. Eravamo tutti insieme, amici, la cosa aveva un significato. Un momento come quello può toccarti nel profondo, ma non dura a lungo, non quanto sedicimila sterline.
(Mark Renton)

(Mark Renton)
Ci inquadrò subito per quello che eravamo: mezze tacche perditempo a cui era capitato un grosso affare.
(Mark Renton)
Sogno un immenso bagno pubblico incontaminato. Rubinetti d’oro scintillante. Marmo bianco verginenale. Una tavoletta di ebano. Uno sciacquone pieno di Chanel Nº 5 e un lacchè che mi porge fogli di carta igienica in seta cruda. Ma date le circostanze, qualunque posto va bene.
(Mark Renton)
Tu trovi che quest’approccio di solito funziona? O lasciami indovinare, non l’hai mai tentato prima. Infatti normalmente non fai approcci alle ragazze, ho ragione? La verità è che sei un ragazzo sensibile e calmo ma, se fossi pronta a correre il rischio, potrei scoprire il tuo lato nascosto: brillante, avventuroso, appassionato, tenero, leale, – Taxi!! – un po’ cattivo e un po’ pazzoide ma, ehi, non è questo che intriga noi ragazze?
(Dianne rivolgendosi a Mark)

(Sick Boy)
La situazione si faceva seria: il giovane Renton notò la rapidità con cui quelli che avevano successo nella sfera sessuale e non, si segregavano dai perdenti. L’eroina aveva rapinato Renton delle sue voglie sessuali, ma ora queste tornavano per vendicarsi, e mentre l’impotenza di quei giorni svaniva nel ricordo, una tetra disperazione invase la sua mente sconvolta dal sesso. La sua libidine di ex tossico alimentata dall’alcool e dalle anfetamine lo tormentava senza rimorsi col suo desiderio inappagato, puntini, puntini, puntini.
Dianne aveva ragione: il mondo sta cambiando, la musica sta cambiando, le droghe stanno cambiando, perfino gli uomini e le donne stanno cambiando. Tra mille anni non ci saranno più maschi e femmine, solo segaioli. Per me va benissimo. Peccato che nessuno l’abbia detto a Begbie.
[…] Se volete il mio parere siamo eterosessuali per approssimazione, non per scelta. È solo una questione di chi ti tira. È solo una faccenda di estetica, non c’entra una mazza la moralità. Ma provate a dirlo a Begbie.
(Mark Renton)
Grazie vostro onore, con l’aiuto di Dio voglio sconfiggere questa terribile afflizione.
(Mark dinanzi al giudice)
Frasi Mark Renton
Questi sono tutti problemi a cui non devi neppure pensare quando hai una sana ed onesta tossicodipendenza.
Ci saremmo sparati in vena anche l’aspirina… se l’avessero dichiarata illegale
Niente poteva essere più lontano dalla verità. Infatti niente si sarebbe più aggiustato. Anzi tutto stava per andare male. Male? Voglio dire che tutto stava per andare ancora peggio di quanto non fosse già. Non era mia figlia, non era mia figlia la piccola Dun non era mia, di Spud, di Swannie, di Sick boy… non lo so. Forse Allison lo sapeva forse no. Magari fossi riuscito a dire qualcosa, qualcosa di sensibile, qualcosa di umano. […] E si fece, potevo capirla, per cacciare via il dolore. Così preparai la roba e lei si fece. Ma solo dopo di me. Non ci fu bisogno di dirlo. Be’ almeno ora sapevamo chi era il padre. Quel giorno non morì solo la bambina. Qualcosa dentro Sick Boy si perse e non tornò più. A quanto pare non aveva una teoria per spiegare un momento come quello. E nemmeno io. La nostra sola risposta fu di continuare a mandare tutto a farsi fottere. Accumulare miseria su miseria, ammucchiarla in un cucchiaio e dissolverla con una goccia di bile. Poi spararla in una schifa di vena purulenta e ricominciare daccapo. Andare avanti, alzarsi, uscire, rapinare, rubare, fottere la gente spingendoci impazienti verso il giorno in cui tutto sarebbe andato storto. Perché non importa quanta roba rimedi, o quanto rubi: non ne hai mai abbastanza. Non importa quante volte esci per rubare o inculare la gente: hai sempre bisogno di ricominciare. Prima o poi, questa cosa doveva capitare.
(Mark Renton)
“Eccomi là. Circondato dalla mia famiglia e dai cosiddetti amici. Non mi ero mai sentito così solo. Mai in tutta la vita.”
Troppo a pezzi per dormire, troppo stanco per stare sveglio.

(Mark Renton parlando di Begbie)
Mi sono giustificato con me stesso in tante maniere diverse, non era niente di che, solo un piccolo tradimento, o… i nostri rapporti erano cambiati, sapete cose così… ma ammettiamolo li avevo bidonati, i miei cosiddetti amici. Di Begbie non me ne fregava un cazzo, e Sick Boy avrebbe fatto lo stesso con me se c’avesse pensato per primo. Di Spud be’, d’accordo per Spud mi dispiaceva, non aveva mai fatto del male a nessuno lui. Allora perché l’ho fatto? Potrei dare un milione di risposte tutte false. La verità è che sono cattivo, ma questo cambierà, io cambierò, è l’ultima volta che faccio cose come questa. Metto la testa a posto, vado avanti, rigo dritto, scelgo la vita. Già adesso non vedo l’ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l’apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d’ufficio, bravo a golf, l’auto lavata, tanti maglioni, natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.
(monologo finale di Mark Renton)
Tirando avanti, lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai
